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Sette possibilità per fare cultura
 

Milano è una città dalle mille opportunità, città che è satura di imprenditori e nuovi spazi, nuovi locali e nuove startup, ma dove possiamo trovare la cultura? C’è veramente bisogno di questi enormi capitali iniziali per aprire uno spazio? E cosa bisognerebbe fare nel caso in cui ci troviamo di fronte a una proposta culturale seria e di qualità ma ci manca il capitale? Perché sopprimere e non valorizzare quelle realtà che non hanno disponibilità economiche per poter realizzare i propri progetti e sogni?

 

I sette piccoli punti luce ci suggeriscono delle possibilità, degli spazi abbandonati a se stessi che potrebbero essere restituiti alla città in quanto bene pubblico. Perché il comune si tiene le chiavi di questi spazi per non usarli o per non darli a qualche associazione o a qualche collettivo che potrebbe a proprie spese metterli a posto e donarli nuovamente alla città creando dei nuovi valori, dei nuovi punti di riferimento e aggregazione?

 

Nel totem in negativo un esempio di quello che può succedere in questi spazi una volta riqualificati: una serata nella quale si crea cultura a prezzi accessibili per tutti, se questo spazio fosse rimasto vuoto e abbandonato probabilmente non si sarebbero mai potute creare queste situazioni. È in negativo perché è ciò che la legalità burocratica del comune combatte invece di promuovere e sostenere.

 

San donato, 2015
Lambretta, 2016
Asl, 2017
Poste, 2017
Ostello, 2017
Ortica, 2018
Tempio, 2018
(stampe ai Sali d’argento 13x13 cm su carta baritata ilford)

 

Vivo spazio vivo, 2017
(stampa di scansione in negativo su grande formato, i pixel sono dovuti e voluti)

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dal 27 gennaio 2018, tempio del futuro perduto

Fabbrica del vapore, Milano

La storia dei magazzini

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“Una vecchia fabbrica ristrutturata, una zona che ha ancora visibili i prospetti di quell’industria che ormai non esiste più. I magazzini generali da ieri ad oggi, in un complesso di relazioni con il quartiere che prende vita alla fine degli anni 90 e continua a modificarsi negli anni. Rimane sempre la vecchia facciata della fabbrica, generatrice di musica ed eventi, come ieri anche oggi.“

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venerdì 19 gennaio 2018 Magazzini generali per il dj set di Kerri Chandler

"La città contemporanea"


La mostra sarà parte integrante dell' evento attraverso i mapping dei nostri Maivideo & Malombra.

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"i palazzi di questa città sono diventati enormi o forse lo sono sempre stati e non ce ne siamo mai accorti, ci sono delle città che neanche conosciamo e c'è un collegamento virtuale e forse anche reale tra Milano e Berlino".
Tra le architetture dismesse, il suono greve e cangiante della notte , tra le note deliranti e le luci soffuse, tra il bianco e nero saturo di pellicole scadute e infiniti corridoi illuminati a giorno.
Tra vecchie fabbriche multiesposte e rumori di macchine un unico archetipo: la città contemporanea (da Milano a Berlino, da Bucarest fino a Rotterdam e poi ancora Berlino).

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7 ottobre 2017, Closer #19 Tin Man, Circolo culturale Masada, Milano

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