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[a-ló-ne] num 20

 

[a-ló-ne] - Gli inizi, il b/n, i fotografi di riferimento ... qual è il tuo percorso artistico?
Luca - Ho iniziato a fotografare architettura per curarmi, avevo appena finito gli studi ma ero troppo grande per iniziare a lavorare in uno studio da tirocinante e troppo poco esperto per lavorare con un contratto o una partita iva, la fotografia di architettura mi ha in qualche modo salvato da questa sconfitta. La scelta del bianco e nero e della pellicola invece sono state scelte che sono arrivate da sole, ho trovato il modo di esprimere quello che volevo sperimentando prima il digitale e poi passando definitivamente alla pellicola. Ora fotografo quasi sempre con una vecchia Canon ftb e una vecchia Hasselblad, sono due macchine che mi danno ancora molte soddisfazioni e non riesco a paragonare una stampa ai sali d’argento con una stampa digitale, la poetica che vedo e che trovo nella stampa analogica non l’ho mai vista riprodotta nel getto d’inchiostro delle stampanti digitali.


[a-ló-ne] - Che cosa vuole proporre il tuo occhio alle persone che guardano le tue fotografie?
Luca - Cerco di descrivere il paesaggio urbano, i luoghi abbandonati, gli spazi occupati, le geometrie e le linee che ogni giorno mi circondano, è un percorso che non si limita solo alla descrizione ma per ogni lavoro e per ogni progetto c’è un significato più nascosto, a volte impercettibile, a volte invece è talmente evidente che preferisco non soffermarmi in inutili e tediose descrizioni. C’è anche una componente politica molto spesso presente nelle mie fotografie, mi piace soffermarmi su quei luoghi spesso dimenticati e spesso poco conosciuti, D’altronde ogni artista deve essere consapevole che ogni opera è un messaggio e l’arte è uno dei mezzi più forti per far conoscere certe realtà.

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[a-ló-ne] - Le tue fotografie in b/n parlano spesso di architetture. Da dove nasce questa passione?
Luca - Come dicevo poco fa nasce dal fatto che sono architetto, abilitato alla professione ma non praticante, ho semplicemente buttato tutta la mia passione per questa arte nella fotografia.

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[a-ló-ne] - Parte di questo tuo lavoro si caratterizza con le inquadrature dal basso. Quale fascinazione trovi in questa prospettiva?
Luca - Domanda difficile, non credo di avere una risposta, però mi sono accorto, anche recentemente confrontandomi con altri fotografi, che l’inquadratura dal basso è una mia caratteristica, vedevo molti altri negli stessi posti cercare di salire sempre più in alto per fare una fotografia, io lo trovo un po’ fine a se stesso, mi pare si cerchi di arrivare in un punto dove gli altri non possono arrivare per far diventare la fotografia un qualcosa di esclusivo. Molto più difficile fare una buona fotografia dal punto di vista da dove tutti possono vedere le cose che vedi tu.

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[a-ló-ne] - Pensi che il ruolo della fotografia sia stato svilito o rafforzato dalla semplicità contemporanea di produrre immagini?
Luca - Ci sono fin troppe immagini in giro e in rete ma quello che fa la differenza è la qualità di una fotografia, il percorso che hai fatto, il tuo stile e la professionalità nell’approccio, nella composizione e nella realizzazione di un lavoro. Tutti questi fattori credo siano abbastanza evidenti, quindi ben vengano anche le nuove tecnologie e le nuove tecniche, c’è sempre spazio per tutti e anche per chi come me non ne vuole sapere di abbandonare la pellicola

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